L’area Orani - Guzzurra - Sos Enattos è situata nella Sardegna centrale e si compone a sua volta di due distinte zone di cui una ubicata a NE della città di Nuoro (Guzzurra - Sos Enattos) e l’altra a SO della città di Nuoro (Orani).
La zona di Orani interessa una superficie di 130 Kmq, pari al 3,5% della superficie complessiva del Parco Geominerario della Sardegna.
L’importanza dell’area dal punto di vista geominerario si deve alla presenza di un importante giacimento di talco-steatite, di un giacimento di feldspati di recente lavorazione e di numerose cave di marmo e di granito.
Si tratta di una zona in parte montuosa e piuttosto impervia ed in parte costituita da dolci e medi rilievi; l’assetto morfologico della regione presenta quindi evidenti e stretti rapporti con i caratteri litologici delle formazioni in affioramento.
L’altitudine più elevata è rappresentata dal Monte Gonare che si articola in due cime a forma di cono con quote rispettive di 1.083 m s.l.m. (Monte Gonare) e di 1.045 m s.l.m. (Monte Gonareddu). Sulla punta più alta fu costruito un suggestivo santuario. Gli altri rilievi raramente raggiungono gli 800 m.
Tutta l’area era conosciuta sin dal Neolitico Recente per l’esistenza della steatite che veniva lavorata per la produzione di oggetti di pregio e ornamentali e statuette della Dea Madre.
L’estrazione del talco, su scala industriale, iniziò a partire dal 1917 come materiale di cava e dal 1927 come materiale di prima categoria, nonostante questa materia prima fosse già conosciuta fin dalla metà dell’Ottocento.
Gli aspetti archeologici dell’area di Orani sono marcati dalla presenza del tempio nuragico di Nurdòle, posto in cima ad un colle. Il monumento, costruito in un’area interna del Nuorese in un crocevia di strade di penetrazione dalle coste occidentali e orientali, presenta una architettura complessa, ed in esso è stata rinvenuta una notevole quantità di reperti.
La zona di Guzzurra-Sos Enattos è ubicata nella regione della Barbagia settentrionale, nella Sardegna centro-orientale. Essa interessa una superficie di 133 Kmq pari al 3,5% della superficie complessiva del Parco Geominerario.
L’interesse dell’area dal punto di vista minerario si deve alla presenza di alcuni giacimenti metalliferi di piombo, zinco, rame, argento, testimoni di un’attività estrattiva ormai giunta alla totale cessazione.
I lineamenti morfologici principali sono quelli tipici delle aree collinari, con forme piuttosto dolci, piccoli rilievi che superano di poco i 400 metri di altitudine e deboli incisioni vallive, orientate secondo le principali direttrici tettoniche della zona.
Nell’area della miniera il paesaggio è caratterizzato dalla vicinanza con il Monte Albo, un bastione calcareo allungato di circa 30 Km da cui si domina in buona parte sia il paesaggio delle “Baronie” e della “Barbagia settentrionale”, sia il paesaggio marino della costa Orientale, il Monte Senes e il Monte Tuttavista, l’isola di Tavolara, il Supramonte, fino alla catena del Marghine - Goceano e del Gennargentu.La geologia dell’area è caratterizzata dalla presenza di rocce del basamento cristallino paleozoico (metamorfiti intruse da graniti ercinici e da un complesso campo filoniano) ricoperto, nei settori orientali, dai calcari e dalle dolomie mesozoiche del Monte Albo di Siniscola.
Il giacimento di Sos Enattos, il principale dell’area, era conosciuto e coltivato fin dai tempi remoti, e infatti alcune gallerie individuate in passato sono state fatte risalire a epoca romana e alcuni pozzi al secolo XI.
L’attività di estrazione dei minerali di piombo e zinco è quindi testimonianza di una cultura mineraria di antica trazione. Tale attività, sebbene nella fase di massima espansione abbia assorbito centinaia di unità lavorative, a partire dagli anni ’60 ha conosciuto una fase di crisi profonda, che negli anni ha portato alla progressiva cessazione delle miniere.