Miniera di San Giorgio
San Giorgio - Iglesias (SU)
Categoria Sito: Minerario
Certamente furono i pisani, attorno al XV secolo, i primi scopritori di questo giacimento piombo-argentifero in modo dar poter fornire materia prima alla loro zecca d'Iglesias: sono infatti numerosi i reperti e le tracce di quelle coltivazioni rinvenute nei pressi delle "fosse", talvolta profonde un centinaio di metri. L'attività industriale vera e propria sarebbe invece iniziata attorno al 1870, allorché il giacimento venne acquisito in concessione dalla società di "Monteponi". Saranno proprio i tecnici di quella importante impresa mineraria a realizzare il "pozzo Santa Barbara", in cui installarono una macchina a vapore da 40 HP per favorire l'estrazione del minerale dal sottosuolo. Ma nonostante queste importanti innovazioni tecnologiche, le produzioni della miniera non avrebbero mai raggiunto dei livelli elevati: la punta massima venne registrata nel 1880 con 1500 tonnellate di grezzi piombozinciferi (il 40% in piombo).
Nonostante i lavori di approfondimento messi in atto sul finire dell'Ottocento, le produzioni ebbero una continua contrazione, tanto da rendere sempre più precari i conti gestionali così da costringere l'amministratore delegato di "Monteponi" Roberto Cattaneo a disporre - a partire dai primi anni del Novecento - un lento disimpegno (con il fermo negli investimenti e con la riduzione dell'organico) che avrebbe poi portato alla chiusura definitiva delle attività negli anni precedenti l'ultima guerra mondiale (1940).