Allo scopo di incrementare i collegamenti con la vivace area mineraria del Sulcis Iglesiente, nel 1915 nasceva a Busto Arsizio la Società Anonima Ferrovie Meridionali Sarde. L'entrata in guerra dell'Italia nel primo conflitto mondiale rallentò i lavori di allestimento che furono ripresi con il necessario impegno solo nel 1923. Nel volgere di appena tre anni la ditta Durando e Tomassini, appaltatrice dell’elaborazione del progetto e della sua messa in opera, fu in grado di realizzare 107 km di ferrovia a scartamento ridotto (950 mm). Il 13 maggio del 1926 si inaugurava la nuova ferrovia.
L’estensione totale della rete era di circa 120 km articolata in due linee. La prima, partendo da Siliqua, raggiungeva Campanasissa, Terrubia, Narcao, Santadi, Piscinas, Giba, Tratalias, Villarios e Palmas Suergiu. La seconda partiva da Iglesias e toccava la Miniera di Monteponi, quindi Gonnesa, Barbusi, la Miniera di Serbariu e Palmas Suergiu. L'ultimo tratto, comune alle due linee, raggiungeva Sant'Antico ed infine Calasetta. Sulla rete erano in servizio otto locomotive a vapore Breda che potevano sviluppare una velocità di circa 40 km/h. Una più potente locomotiva Mallet era invece destinata ai convogli merci pesanti. Lungo la linea erano dislocate le stazioni recanti indicazioni e fregi artisticamente realizzati dal celebre artista Stanis Dessy. La zona mineraria del Sulcis Iglesiente poteva così contare su di una valida e moderna infrastruttura, utile non solo alle attività industriali ma anche agli abitanti che venivano finalmente affrancati dal secolare isolamento.
Nel febbraio del 1936 entravano in servizio quattro modernissime e veloci automotrici FIAT ALn 200 alimentate a gasolio. Nel 1939 iniziavano i lavori per la posa del doppio binario tra Carbonia e il porto di Sant’Antioco, terminale d’imbarco del carbone Sulcis. Sia pure con difficoltà, anche nel corso del secondo conflitto mondiale le ferrovie assicurarono il loro fondamentale servizio di trasporto.
Nel dopoguerra, la crisi del bacino carbonifero e la concorrenza dei trasporti automobilistici hanno comportato per le Ferrovie Meridionali della Sardegna la fine dell'era della rotaia. Alcuni tratti del’antico tracciato ferroviario fanno oggi parte del “Cammino Minerario di Santa Barbara”, importante iniziativa culturale e turistica.