Miniera di Barraxiutta – Domusnovas (SU)

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Anche questa miniera della valle dell'Oridda nascerà all'insegna della calamina (un misto di silicato e carbonato di zinco), di cui l'ingegnere franco-belga Giovanni Eyquem ne sarebbe stato il profeta. Proprio sulla base di quel che stava avvenendo a Planu Sartu, con quel minerale che aveva gonfiato il portafoglio della "Malfidano", furono molti i ricercatori che girovagarono fra monti e valli di questa parte dell'iglesiente per trovarvi tracce di questo "nuovo" minerale zincifero. La fortuna avrebbe arriso a due francesi, i coniugi Garnier, che con la loro "Sociéte Civile d'Iglesias" riuscirono ad ottenere nel 1873 la concessione di sfruttamento dei terreni posti in S'arca de sa Duchessa. Questa loro fu forse una mossa esclusivamente speculativa, giacché pochi mesi dopo vendettero tutti i loro diritti alla "Sociéte des Mines et Fonderies de La Vieille Montagne", interessata a contendere alla "Malfidano" di Buggerru il mercato dello zinco. Gli impegni e gli investimenti di quella multinazionale belga furono notevoli, tant'è che in pochi anni dalle poco più di tremila tonnellate di grezzi si sarebbe raggiunto un traguardo di otto volte superiore, con tenori assai elevati in zinco.

Le prime difficoltà sarebbero giunte con lo scoppio della guerra mondiale (1915), poiché risulterà impossibile far giungere il prodotto "mercantile" alle fonderie belghe. La "Vieille Montagne", come società a capitale belga, incorrerà poi nelle ritorsioni dettate dal nostro governo nel 1936 per via delle sanzioni contro l'Italia disposte dalla Società delle Nazioni, tanto da dover cedere tutte le sue attività minerarie sarde ad un'azienda di Stato: inizialmente alla "Società Anonima per il Rame Italiano" (poiché nei cantieri del "ribasso Maremma" era stata individuata la presenza di minerale cuprifero) e, successivamente, alla neo costituita AMMI (l'Agenzia Minerali e Metalli Italiani).

La guerra ed il difficile dopoguerra risultarono letali per questa miniera che, dopo successivi ridimensionamenti, nel 1971 fu costretta ad abbandonare ogni attività.