Domo Andesitico di Acquafredda

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Questo caratteristico rilievo vulcanico costituisce il prodotto di un’attività magmatica di tipo effusivo, avvenuta in loco sotto forma di cupola di ristagno, sinonimo del più comune termine internazionale duomo lavico. Più realisticamente, si tratta di un criptoduomo orientato NE-SW costituito da lava andesitica molto compatta di colore grigio scuro, porfirica caratterizzata da cristalli visibili ad occhio nudo di plagioclasio e anfiboli del gruppo dell’orneblenda. L’attività vulcanica a cui appartiene questa struttura lavica, così come tutte le altre presenti al margine meridionale della Piana del Cixerri e dei dintorni di Siliqua e Vallermosa, è una manifestazione del grande Ciclo magmatico che ha interessato la Sardegna dal Tardo Eocene fino al Miocene Medio, tipico di ambienti geodinamici collisionali come quelli generatisi a seguito dell’apertura del Mediterraneo occidentale e della deriva del blocco continentale sardo-Corso. Questo monumento geologico, al quale viene attribuita un’età geologica di 27-28 milioni di anni, anche in funzione del suo particolare aspetto morfologico pressoché unico, è divenuto storicamente celebre a causa della presenza alla sua sommità, dei ruderi del Castello di Acquafredda, edificato nel 1274-1275 dalla famiglia pisana dei Donoratico della Gherardesca, signori di Iglesias e della valle del Sigerro, entro il quale, secondo la leggenda, sarebbe stato rinchiuso il Conte Ugolino.