Il Nuraghe Sirai, raggiungibile dalla SS126, a circa due chilometri dalla città di Carbonia, è un sito archeologico unico, in corso di scavo da parte del Comune.
Si tratta infatti di un tipo di insediamento inedito, in cui un il vero e proprio Nuraghe, quadrilobato, è stato circondato nel periodo fenicio (fine VII secolo a.C. ) da una possente fortezza.
L’insediamento fortificato dell’età del Ferro è esteso circa un ettaro ed è circondato da terrapieni, composti di vani ciechi adiacenti, riempiti di terra e pietre; l’elevato era in mattoni crudi, come testimonia la forma della collina, i cui fianchi si sono formati con il dilavamento degli alzati in argilla della fortezza.
Nel Settore nord-occidentale, fra i terrapieni fortificati, si osserva una porta pedonale, orientata a Nord, che attraverso due vani successivi conduce alla strada interna. Nella stessa area si è messa in evidenza una parte significativa dell’interno della fortezza. In particolare, è visibile parte di un quartiere anulare (isolato α), costruito a ridosso della preesistente muraglia nuragica, una strada, anch’essa di probabile andamento anulare, un isolato interno connesso all’impianto della porta (isolato β) ed un isolato composto da una costruzione ellittica di grandi dimensioni legata ad altre costruzioni di impianto circolare o ellittico (isolato γ); nello stesso settore si individuano una costruzione semicircolare con ampio cortile (isolato δ) e altre costruzioni dalla planimetria complessa.
Gli isolati, sia quelli di impostazione rettilinea e tecniche edilizie di tradizione fenicia, sia quelli di chiara impostazione nuragica sono integrate in un piano apparentemente unitario, nel tessuto complessivo dell’insediamento.
Una delle costruzioni che sembra rivestire un ruolo importante, alle spalle della porta, è la capanna 2, una grande costruzione ellittica realizzata su un preesistente edificio nuragico di pianta circolare; sulla base degli arredi – tra cui un bacino per l’acqua – e dei ritrovamenti, si può pensare ad una destinazione sacra.
I materiali rinvenuti negli scavi sono allestiti nelle esposizioni del Museo Archeologico Villa Sulcis, in città.