L'impresa mineraria di Masua, con la sua storia, costituisce certamente una delle pagine più interessanti dell'industria estrattiva sarda. I primi concessionari di quella miniera furono, nel 1857, gli azionisti della "Società Anonima delie Miniere di Montesanto"; ma, per ragioni diverse, sub-concessero lo sfruttamento alla ditta Calvo & Scarzella.Questa collaborazionesarebbe durata 27 anni, dopo di che sarà proprio la "Montesanto" ad assumere in proprio la condu- zione della miniera.
Altro cambiamento nel 1910, allorché la "Società Anonima delle Miniere di Lanusei" ne assunse la concessione, dando un forte im- pulso ai lavori ed alle produzioni. Ma saranno successivamentei capitali belgi della "Sociéte des Mines et Fonderìes de La Vieille Montagne" ad assumere il controllo della "Lanusei" per poi, nel 1922, procedere alla sua incorporazione, e ad unirla gestionalmente alle miniere di Acquaresi e Nebida.
L'opera della società belga venne esaltata soprattutto dalla costru- zione di "Porto Flavia", progettata e realizzata dall'ingegnere Cesare Vecelli (Flavia era il nome della figliola). L'importanza logistica - soprattutto sul piano economico - di questo terminale di carico del "mercantile" dette un nuovo impulso alle produzioni che nel 1935 raggiunsero il loro record. Purtroppo, proprio in quegli anni, la ritorsione del governo italiano alle sanzioni economiche decretate dalla Società delle Nazioni, determinarono la confisca dei beni alla società belga ed il loro trasferimento alla SAPEZ (Società Anonima dei Piombo e dello Zinco) controllata dal gruppo statale dell'AMMI. Si dovrà comunque a questo gruppo una forte ripresa dei lavori di ammodernamento e di potenziamento delle lavorazioni in sotterraneo, tanto da poter raggiungere produzioni annue molto vicine alle 700 mila tonnellate. Una prima crisi s'avvertì allorquando la gestione venne assunta negli anni '80 dal gruppo ENI tanto da portare ad un lento ma inesorabile declino e, nel 1999, alla chiusura definitiva della miniera.
