Situata nei pressi di Bailao nel Gerrei, la miniera di Corti Rosas ha avuto un passato importante legato all'estrazione dell'antimonio. La presenza di mineralizzazioni interessanti fu già segnalata fin dal 1796 dall'ingegnere piemontese Belly, ma solo un secolo dopo (1897) ne fu affidato lo sfruttamento industriale. I primi concessionari furono gli inglesi Pobonsy e Lewis che vi iniziarono i primi lavori d'estrazione e vi edificarono i primi edifici. Gli andamenti gestionali andarono avanti con alterne fortune, ed attraverso diversi "fermi", pervia dell'altalenante interesse che l'antimonio incontrava sui mercati.
A metà degli anni '30 del Novecento la proprietà venne assunta dall'AMMI, l'azienda di stato per le attività minero-metallurgiche dei minerali non ferrosi. Collegata alla vicina miniera di Villasalto-Su Suergiu avrebbe costituito un unico complesso produttivo. Con la politica autarchica attuata dal governo fascista, l'antimonio assunse un valore strategico, determinando un importante potenziamento dei centri produttivi nazionali. Fu allora che vennero realizzati diversi impianti tecnici per il miglioramento produttivo, fra cui un moderno impianto di trattamento per il minerale "grezzo"; fu allora che l'occupazione raggiunse diverse centinaia di addetti. È di quegli anni infatti la costruzione di un villaggio per l'alloggio delle famiglie degli operai, e di alcuni edifici per gli uffici di direzione e per la foresteria.
Nel secondo dopoguerra, con la caduta delle misure protezionistiche, la miniera entrò in crisi ed a metà degli anni '60 furono sospese le produzioni. Successivamente ci fu una timida ripresa, ma nel decennio successivo la miniera venne definitivamente chiusa dall'ente di stato.